A differenza dell’isolamento a secco in questa tecnica non si utilizza il freno al vapore!
Perché il passaggio dell’umidità dalla zona calda a quella fredda viene gestito diversamente.
Il materiale isolante stesso provvede ad evitare la formazione di condensa assorbendo l’umidità in eccesso durante la stagione fredda per poi rilasciarla nel periodo secco.
Il progettista può decidere se preferire l’isolamento igroscopico al sistema a secco scegliendo la tipologia che meglio si adatta al caso specifico e gli consente di risolvere i problemi che generalmente si presentano nelle ristrutturazioni.
Dove ho pareti con umidità di risalita, perché appoggiate al terreno oppure a rischio di infiltrazioni occasionali, usare un isolamento a secco sarebbe una scelta dalle conseguenza devastanti, non solo non assolverà alla funzione di ridurre le dispersioni termiche ma, bagnandosi, degraderebbe rapidamente e costituirebbe la situazione ideale per la formazione di muffa.
I materiali più adatti sono il calcestruzzo cellulare autoclavato (in particolare il Silicato di Calcio Idrato), la fibra di legno, il sughero.
L’isolamento igroscopico e costituito da due strati principali:
L’alloggiamento degli impianti viene ricavato nel primo in strato il quale dovrà avere uno spessore adeguato anche a questo scopo e non solo in funzione della trasmittanza termica richiesta dal progetto.
Lo strato di finitura sarà composto da malte traspiranti rinforzate con rete in fibra di vetro posate a più strati.
Al perimetro dovrà essere curato il raccordo con altri sistemi di tenuta all’aria per impedire la concentrazione del passaggio del vapore completare adeguatamente il perimetro del freno al vapore.
La scelta del materiale dovrà tener conto del tipo di finitura interna che l’utente finale desidera (rivestimenti, tinte, stucchi).
Ci sono molti prodotti in commercio adatti a questo sistema:
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